Gli esiliati
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Solo
negli ultimi anni Horacio Quiroga, maestro riconosciuto del racconto ispanoamericano,
ha ricevuto finalmente l’attenzione del pubblico italiano. Gli esiliati è sicuramente una delle sue opere più interessanti: pubblicata
per la prima volta a Buenos Aires nel 1926, rappresenta un grande mosaico
colorato, le cui tessere sono sapientemente collocate per offrire un risultato
indipendente e insieme uniforme. Dal potente ritorno di Anaconda al freddo e
lucido uomo morto, passando per il pellegrinaggio finale degli esiliati e
bevendo un po’ della loro cara acquavite, si ha la sensazione di essere sospesi
e intrappolati in quest’ambientazione un po’ materna un po’ assassina, che non
risparmia nessuno. I personaggi di questi racconti hanno certamente un elemento
in comune con l’uomo di ieri, di oggi e di domani. Come noi, nonostante tutto e
a dispetto di tutto, portano dentro un profondo, impercettibile sentimento
d’esilio che li rende inquieti, malinconici, disadattati. Insomma, non
sorprendetevi se a lettura ultimata, guardandovi allo specchio, scorgerete i
tratti di Van Houten, Joao Pedro o Juan Brown, poiché in verità loro hanno
sempre abitato dentro di voi.